domenica 3 gennaio 2016

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Quasi subito si scoprì che i dati dai quali Lancet aveva pensato di poter concludere che fossimo il paese dalla più bassa mortalità materna al mondo (2010) fossero stati ampiamente sottostimati, e che, volendo, si potesse addirittura dire il contrario, cioè che per numero di donne morte ogni anno a causa di eventi patologici correlati alla gravidanza, almeno in Europa, ci spettasse la «maglia nera» (2012). Unesagerazione, in entrambi i casi, e di lì a poco un rapporto dell’Istituto superiore della sanità chiarì che in Italia, per cause legate alla gestazione e al parto, si morisse né più né meno che nel resto dEuropa (2014), con percentuali che a tuttoggi, e ormai già da qualche decennio, sono le più basse sul pianeta. Stavolta non potevamo sentirci scandinavi, come nel 2010, né sub-sahariani, come nel 2012: sempre di circa 20 donne all’anno si trattava, come nel 2010 e nel 2012, ma non c’era «notizia». Oggi, invece, la «notizia» c’è: ne sono morte 4 in 4 giorni, e quanto può importare che la media annua non ne risenta?
Limpressione è che in Italia ne stia morendo una al giorno, la cosa merita le prime pagine, i titoli di testa dei tg, la discussione nei social network. La coincidenza non può essere casuale, è dobbligo sia «inquietante», «allarmante», «sospetta», azzardarsi a sollevare qualche dubbio sul fatto che si tratti di un’«emergenza» comporta il rischio di beccarsi il severo biasimo di voler minimizzare, ovviamente per torbidi interessi di parte. È consigliabile, dunque, che i medici tacciano. In momenti delicati come questi è poco opportuno che tentino di spiegare che certi eventi patologici con esito anche letale siano imprevedibili anche nelle migliori condizioni di monitoraggio. Men che meno si azzardino a dire che la gravidanza sia in sé e per sé una condizione di rischio, turberebbero la bucolica convinzione che si tratti di una «cosa naturale», meriterebbero l’accusa di stare a cercar scuse per negare i micidiali guasti della malasanità. È vero, la signora ha messo 25 chili in 9 mesi, ma, se è morta, qualcuno ha da pagare.

5 commenti:

  1. E' come quell'anno in cui a Milano ci furono 5 omicidi nei primi 5 giorni dell'anno.

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  2. Comunque è giusto che si indaghi per accertare eventuali responsabilità. Per quanto riguarda il caso di Brescia, la paziente lamentava trascuratezze da parte del personale. Se è vero, è grave. Comunque, nel caso di "eventi avversi" come dicono in medicalese, è essenziale accertare le cause per prevenire il ripetersi di eventi simili.

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  3. Dottor Malvino, si metta nei panni dei parenti di quelle poverette. prima di sentenziare

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    1. Dove le è parso che il tono fosse sentenzioso? E dove ho scritto che non si debba indagare su eventuali responsabilità? E ho forse detto che, fra quelle 20 donne morte ogni anno, di certo non ve ne alcuna che muoia per colpa professionale?

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  4. Colpa delle stelle sicuramente

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