martedì 2 settembre 2014

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Un falso storiografico che è diventato formula proverbiale, per lo più usata a mo’ di biasimo, è che la caduta di Bisanzio debba essere imputata in qualche misura a quanti, invece di difenderla dall’assedio dell’Ottomano, indugiassero in oziose discussioni sul sesso degli angeli. In realtà, quando la sua capitale fu espugnata dall’esercito di Maometto II, l’Impero Romano d’Oriente era già in pezzi da tempo, non aspettava che uno sputo per crollare, e poi sul sesso degli angeli non si è mai discusso per davvero, né a Bisanzio, né altrove, perché sul fatto che siano esseri incorporei c’è sempre stato accordo pressoché unanime nel mondo cristiano, e fin dal IV secolo. 
Tanto valga per chi fosse tentato dall’usare proprio un’ipotiposi così farlocca per rimproverarmi del fatto che qui perdo tempo a disquisire se internet sia sostantivo maschile o femminile, invece di produrmi in una vibrante difesa del povero Magdi Cristiano Allam o in una fiammeggiante invettiva contro quegli zoticoni dell’Isis. Avrei voluto farlo già da un pezzo, ma temevo che l’argomento fosse troppo frivolo coi tempi che corrono. Stavolta, invece, vado tranquillo, cogliendo l’occasione offertami da un post del Mantellini, anche se lì è in questione se internet voglia la maiuscola o no (pareri contrastanti, mentre «sul fatto che [internet] sia femminile [si dà per pacifico] ci siano pochi dubbi»). Nomi eccellenti tra i commenti: il Mozzi, il Quintarelli, il Tolardo, il Minotti… Insomma, mi son detto, chi potrà mai venirmi a rinfacciare che tratto un tema sul quale dibattono tutti sti Paleologi?
Bene, venendo al dunque, so di aver contro l’autorevole parere dell’Accademia della Crusca, che, «per la determinazione del genere degli anglismi che sono entrati in italiano senza adattamento, si può enunciare la seguente regola: sempre il maschile, a meno che non agisca un sostantivo femminile italiano soggiacente», sicché quest’eccezione varrebbe anche per internet, visto che -net sta per rete. Il problema, a mio modesto avviso, è che quell’inter- rende maschile il sostantivo, perché internet non è semplicemente net, ma il prodotto delle connessioni che vengono a crearsi in essa, per il suo tramite. Pare che a vederla in questo modo sia solo il Devoto-Oli, per il quale internet è sostantivo maschile, mentre per il Treccani, il De Mauro e il Garzanti è femminile…
Ma basta così, ché bussano alla porta e voglio andare a controllare se per caso non sia l’Ottomano. 

5 commenti:

  1. Internet, cioè la rete pubblica più grande del mondo si scrive con la lettera maiuscola, perché nome proprio di quella rete. E qui non v'è alcun dubbio. Le norme redazionali, invece, sono un'altra pappa, creando uno standard che a volte è fuori da ogni logica.
    - Massimo

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    1. Se dobbiamo trasporre la regola ortografica anglofona, allora dobbiamo farla(o) precedere anche dall'articolo determinativo: the Internet, ossia l'internet. Ne vedo pochi, disposti.
      Nel merito del genere di internet, le regole citate sono rispettabilissime, ma non possiamo fare a meno di domandarci come mai tutti dicano "il web" senza incontrare obiezioni.

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  2. Supponiamo che fosse vera questa tesi. Ebbene, chi avrebbe dovuto difendere l'impero romano d'oriente dall'espansione degli ottomani? La Chiesa di Roma che pretendeva come conditio sine qua non, dopo la rottura religiosa causa scisma d'oriente prima e la quarta crociata poi che causò il saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati, la totale sottomissione religiosa e politica di Bisanzio? l'impero era ormai una larva e gli abitanti di Costantinopoli preferivano di gran lunga stare sotto il turbante musulmano piuttosto che con la mitra papale..

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  3. Ben scavato vecchia talpa!

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  4. Mi sembra un tema assai rispettabile... un secolo fa si discuteva sul genere di "automobile", e noi siamo sicuri che sia femminile semplicemente perché venne deciso d'autorità da D'Annunzio.
    Giuliano

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