lunedì 28 aprile 2014

«… mostrandosi allegra e piacevole…»



Sulle «nuove regole» che la retorica si dà col mutare del foro cui si rivolge – ne parlavo qualche mese fa (Intorno al cacozelo - Malvino, 10.2.2014) – devo rettificare quanto ho scritto: il mutamento non si ha «con l’uscita dal Barocco», ma nel momento in cui vi si entra, e forse anche un poco prima. In tal senso va corretto anche quanto deducevo, almeno riguardo all’uso dell’analogia, sul nesso tra mezzi e fini della persuasione, al punto da poterne invertire il segno: direi che è la retorica a trasformare il foro, e non viceversa. Mi rendo conto che, esposta in questi termini, l’affermazione farà drizzare i capelli in testa a chi sia affezionato alla tetragona vulgata marxiana su struttura e sovrastruttura, ma porgo subito il pettinino: la retorica che porta al Barocco è a sua volta un prodotto. Dunque aggiusterei il tiro a questo modo: la persuasione comincia a «mostrarsi allegra e piacevole», abbandonando le armi di offesa e di difesa che le erano servite per più di quindici secoli, in pratica da Quintiliano in poi, non già per adeguarsi alla cortesia come abitudine di corte, ma perché la corte prenda abitudine alla cortesia. In altri termini, non è un nuovo genere di principe a volere un altro genere di retore, ma è un nuovo genere di retore che riesce a persuadere il vecchio principe a rinnovarsi. Ne traggo convinzione grazie alla descrizione che Cesare Ripa fa della Rettorica nella sua Iconologia. L’«artificio», qui, è già «dolce», e l’arte ci si presenta con un libro in una mano e uno scettro nell’altra, e «sprona», sì, ma «raffrena» pure e, in virtù del suo aspetto amabile, «piega». Siano in un altro mondo iconologico rispetto a quello di un Gherardo di Giovanni di Miniato, che è solo di un secolo prima: l’arte, qui, è ancora tutta bellica.   



E tuttavia occorre dire che l’immagine orna il De nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella, che è del V secolo: la Rettorica, qui, è ancora guerriera, ma già accenna ad un sensibile ingentilimento. 

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