domenica 16 marzo 2014

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«La magia richiede una tacita cooperazione del pubblico col mago,
un abbandono dello scetticismo o quella che è descritta a volte
come una sospensione volontaria del dubbio.
Ne segue immediatamente che, per capire i meccanismi della magia,
per svelarne i trucchi, dobbiamo cessare di collaborare» 
Carl Sagan, Il mondo infestato dai demoni, Baldini & Castoldi 1997



L’altra sera, a Bersaglio mobile (La7, 14.3.2014), c’era un Freccero che mi pareva un Machiavelli sputato – naturalmente un Machiavelli al passo coi tempi – che di Renzi mi faceva un elogio appena un po’ più ruffiano di quanto Machiavelli me l’avrebbe fatto del Valentino tra una partita a trich-trach e un bicchiere di Brunello, ma tutto sommato tollerabile, come lo è il cedimento all’entusiasmo nell’entomologo che illustra l’epica dello stercorario. Voglio dire: era tutto un «così si fa», «dio, quanto è bravo», «ma bel figlio di puttana», detto però da uomo di scienza, che s’incanta dinanzi alla congruità del mezzo al fine, dove il fine è la conquista di quellelettore che ha «l’intelligenza di un ragazzino di 12 anni, e nemmeno dei primi banchi», come lo definì Berlusconi, e il mezzo è quel saper bucare il video che cinque secoli fa, allosteria, avremmo detto «laudalibilissima cosa in uno principe trovarsi». Insomma, Freccero mi ha sollevato il velo. E non è che sotto ci fosse un Renzi diverso da quello che intravvedevo, ma la nudità ha tolto malizia al velo, come il sottrarre categoria morale alla politica toglie fetore alla merda. Che resta merda, ma è prodotto finale di una funzione espletata da un apparato, come il consenso lo è dellautodigestione della capacità critica.             

2 commenti:

  1. Pensavo che l'incipit fosse rivolto al Berlusca che si ricandida alla faccia di tutte le leggi del mondo. In questo caso, quand'è che cesseremo di collaborare?

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  2. Più del principe di Machiavelli mi ricorda il bugiardo di Swift:

    “Un bugiardo politico ha un genio superiore che consiste nel suo inesauribile patrimonio di menzogne politiche che distribuisce con generosità tutte le volte che parla e che, con altrettanta generosità, contraddice mezz’ora dopo. A lui non interessa se una sua affermazione sia vera o falsa ma solo se era conveniente in quel momento affermarla o negarla. Per cui se pensate di analizzare il suo pensiero, cercando di interpretare tutto quello che dice, dato che dobbiamo immaginare il contrario, avrete un gran da fare e rimarrete certamente delusi sia che gli crediate o no…

    da “L’arte della menzogna politica”, di Jonathan Swift (1667-1745)

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