giovedì 26 dicembre 2013

Profondo rosso

Ieri sono stato a casa dei miei, 87 anni lui, 83 lei, qualche acciaccuzzo fisico, qualche torpore mentale, ma insomma, come dice mia sorella, non ci possiamo lamentare. Dopo il pranzo di Natale, la scoperta. Di quelle che non guasterebbe come sottofondo la colonna sonora di un film di Dario Argento. Qualcosa dei Goblin, diciamo. Ecco, accendete la pista qui sotto e provate a immaginare la scena.


Il quadretto era appeso in un angolino. Lo scorgo da lontano, in parte era coperto dalle foglie di un ficus. Incuriosito, mi avvicino - qui vi consiglio di alzare il volume di qualche decibel - scosto le foglie - ancora qualche decibel - mi avvicino per guardare meglio - mettete il volume al massimo - e faccio un salto indietro.



Potete riabbassate il volume, mi auguro sia servito a rendere  l’idea. È che quando scopri che tua figlia si è fatta un piercing alla lingua, hai due o tre extrasistoli, ma poi la cosa... Qui, hegelianamente parlando, non sai che cazzo dire.
«2008? Papà - chiedo provando a metterci un mix di biasimo, sconcerto e doglianza - ma non avevi smesso all’inizio degli anni Settanta?». Rialzate al massimo il volume: in risposta, un terrificante sorriso.


6 commenti:

  1. ..perseverare autem diabolicum... Auguri!!

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  2. credo che in fondo, anche se la pensi diversamente, tu ti senta orgoglioso di un padre che non ha rinnegato i propri ideali (e lascia perdere se poi l'attestato di gratitudine viene dal fu partito della bertinotta: sono dettagli per come siamo messi oggi). chissà quali altre foglie in futuro in molti (davvero molti) dovranno spostare. ciao

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  3. Che simpatico, questo papà Michele..

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  4. Hai un padre da invidiare!

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  5. poteva andare peggio, poteva trovare un attestato dei vendoliani.

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  6. Bellissima la metafora della
    Foglia di ficus... Hehehe ti piace decorare eh?

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