martedì 8 marzo 2011

Luca era gay?

Lo scorso 30 novembre, a Orvieto, Luca Seidita si suicidava lasciando un biglietto sul quale c’era scritto: “Volevo diventare sacerdote. Tutta la mia vita è stata dedicata a questo. Mi è stato negato”. Il vescovo di Orvieto, monsignor Giovanni Scanavino, diceva: “Per lui questo diniego era stato un dramma assoluto”. Interrogato sul rifiuto opposto al giovane da Roma, il portavoce della Santa Sede non rispondeva: “Si tratta di un sacramento e la Santa Sede non può dare spiegazioni sul perché venga dato o non dato. Noi non diciamo niente e non abbiamo niente da dire”.
Vi avevo fatto cenno il 15 gennaio, qui, e la storia sembrava chiusa, ma ora si riapre. Anzi, si schiude interamente.

È notizia di ieri: a Orvieto arriva un altro vescovo e monsignor Scanavino viene rimosso. Si era permesso di contestare il no che aveva portato Seidita a disperazione, e questo naturalmente non era tollerabile. Viene fuori quello si poteva intuire senza grosso sforzo di immaginazione: da Orvieto qualcuno aveva scritto a Roma che il giovane era gay, e Roma s’era mossa. Ma Luca era gay? Pur avendolo d’accanto per cinque anni, monsignor Scanavino non se n’era mai accorto. Andando via, mugugna che la diocesi orvietana è “malata di cancro”.
Gli avevano chiesto di dimettersi, ma si era rifiutato. Poi arrivava una lettera che gli comunicava il rincrescimento di Sua Santità per la situazione che si era venuta a creare, con un ulteriore invito alla rinuncia della guida pastorale della diocesi, “per il bene maggiore dell’unità della Chiesa di Orvieto”. E un vescovo non può opporre un rifiuto al Papa, sennò può scordarsi la pensione, e monsignor Scanavino ha 71 anni.
Occorre ascoltarlo con attenzione...


... per poi tornare a quanto scrivevo il 15 gennaio riguardo a quel “processo che non è solo formativo, ma trasformativo” di uomo in prete. Scrivevo che “in seminario accadono cose che noi laici non possiamo neanche immaginare”, ma qui se ne coglie qualcosa. Basti quanto Sua Eccellenza dice due o tre volte nel corso della conferenza stampa: “Il morto non c’è stato”. Naturalmente fa riferimento ai problemi che ha avuto con Roma, ma il morto, che invece qui c’è stato, eccome, è inspiegabilmente volatilizzato.
Dimenticavo. Rimane fuori dalla vicenda se Luca fosse davvero gay o no.

1 commento:

  1. Storia dolorosa e a volte patetica.

    Strano che fino a quando c'erano papi eterosessuali era pieno di preti gay.


    And a fag who hates himself is her own worst enemy (Boy George)

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