giovedì 4 novembre 2010

Prerecensione


“Venerdì 5 novembre prossimo alle ore 18.00 presso la Libreria Internazionale Paolo VI in via di Propaganda, 4 a Roma si terrà l’incontro per la presentazione del volume «1943 Bombe sul Vaticano» a cura di Augusto Ferrara (Coedizione LEV – Augusto Ferrara Editore)” (zenit.org, 3.11.2010).
Trattandosi di un libro che esce per i tipi della Libreria Editrice Vaticana (la coedizione coi tipi della casa editrice del curatore è scarsamente significativa, tutta di comodo), sarà interessante darci un’occhiatina, per vedere se la versione dell’episodio trattato in questo volume è la stessa – e falsa – che si è tentato di accreditare alcuni mesi fa, quando il giornale del papa, a contorno della riciclatissima – e falsa – storiella di un tentato rapimento di Pio XII (non rapimento mistico, ma sarebbe stato ordito dalle Ss, in realtà inventato da Karl Wolff, in cambio di un lasciapassare vaticano per l’America del Sud, uguale a quello dato a tanti altri gerarchi nazisti), ci rifilò un articoletto ambiguo e vago a firma di Lina Vagni Sansone (Bombe sul VaticanoL’Osservatore Romano, 15-16.3.2010), nel quale la falsità che a bombardare il Vaticano fossero stati i nazisti non era affermata, questo no, ma insinuata, in modo assai sporco. Descritti gli eventi, senz’alcun cenno al fatto che quelle quattro (forse tre) bombe furono sganciate da un aereo della Rsi (cose note da tempo), l’articolo chiude così: “Che dire? Il «connivente» Pontefice rischiò di vedere bombardata la sacra basilica, la tomba del Principe degli Apostoli, per il suo «complice silenzio»!”. L’ironia induce a suggestione: se quelle bombe possono dimostrare che Pio XII non fu affatto «connivente» – e dunque il suo «complice silenzio» è solo una leggenda nera – vuoi vedere che a bombardarlo fu la Luftwaffe?
In realtà, l’episodio è chiaro da tempo (anche per questo non si capisce che senso abbia il libro di Augusto Ferrara, ma ce lo procureremo e vi faremo sapere). A sganciare quelle quattro bombette a basso potenziale fu il sergente Parmeggiani, uomo di Farinacci, decollato da Viterbo nella serata del 5 novembre. Sul perché e sul come già è stato detto tutto, basti quanto in Roma 1943 (Paolo Monelli – Migliaresi 1945; Einaudi 1993) e ne Il Vaticano nella seconda guerra mondiale (Giorgio Angelozzi Gariboldi – Mursia 1992; Mursia 2007): fu una brillante idea di Farinacci, che intendeva attribuire quelle bombe agli anglo-americani dalle pagine de Il Regime Fascista, come accadde il 7 novembre (La Città del Vaticano bombardata) e il 13 novembre (Anglicani e badogliani contro il Vaticano).
Si parlò del ritrovamento di una bomba inesplosa di fabbricazione inglese: non era vero. E Mussolini non ne era al corrente: mostrò contrarietà, quando ne fu informato. Ecco, dunque, la vera natura della suggestione che L’Osservatore Romano tentava di farci passare per bombardamento nazista, come un fascista tentava di farla passare per bombardamento alleato: si trattava di uno specchietto per le allodole, e c’è da augurarsi che il volume di Augusto Ferrara non l’abbia sperluccicato ancora, dopo quasi 70 anni (vedremo, vi faremo sapere).

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