mercoledì 9 giugno 2010

Bhopal


In un certo qual modo è stata fatta la volontà di Madre Teresa di Calcutta, che appena arrivò a Bhopal, dopo la tragedia, disse: “Perdonate, perdonate, perdonate!”. E infatti i proprietari della Union Carbide sono stati perdonati, mentre i dirigenti locali hanno avuto una condanna irrisoria. Più di mezzo milione di intossicati, qualche migliaio di morti, danni alla salute tuttora enormi, malformazioni fetali in numero cinquanta volte maggiore alla media standard…
Ora che Bhopal ritorna sulle pagine dei giornali, della santa va ricordato che la sua holding rifiutò ogni forma di aiuto umanitario alle donne che avevano deciso di interrompere la gravidanza che era in corso al momento dell’intossicazione. L’aborto di un feto gravemente malformato era peccato più grave dell’aver provocato la malformazione, tutto secondo la logica che dà un tozzo di pane all’affamata che si tiene un figlio malformato e lo nega all’affamata che interrompe la gravidanza.

Poi, volendo, bisognerebbe andare a controllare se fra i facoltosi benefattori della holding della santa ci fossero gruppi o singoli in qualche modo collegati a industrie che trattassero isocianato di metile: la santa accettava denaro da chiunque, anche da sanguinari dittatori come Duvalier – una straordinaria macchina per far soldi, la santa – perché non da quelli?

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